Campagna per la liberazione di Margherita Caminita

   HOME

Dal 2001 ad oggi, tutte le omissioni dolose di indagine da parte di numerosi individui della Magistratura italiana che hanno cosi' permesso il perdurare della condizione di prigionia all'Estero della Sig.ra Margherita Caminita.

ATTENZIONE!  NON si puo', comunque, fare di tutta l'erba un fascio.  NON si puo' e NON si deve delegittimare la Magistratura per colpa di qualche vagonata di casse di mele marce !

 
Vai alla pagina pricipale
 

Grasso's legacy

Ovvero: il tacito marchio "ARCHIVIARE, ARCHIVIARE A TUTTI I COSTI, ANCHE RICORRENDO ALL'ASSURDO" imposto su questa vicenda dalla Procura della Repubblica di Palermo, quando era guidata da Piero Grasso.

Contrariamente a quanto le vittime di malagiustizia o di giustizia negata o di veri e proprii insabbiamenti, generalmente sono portate a pensare, non e' necessario alcun complotto o accordo tra magistrati a far si che si dia origine ad una catena di archiviazioni su di un determinato caso giuridico, anche se lo stesso si articoli in piu' procedimenti giudiziari e pur se pendenti in diverse Procure della Repubblica.
Il virus dell'archiviazione si propaga da solo senza sforzo alcuno e senza neanche la necessita' di alcun contatto tra magistrati. Come? Semplicissimo: in genere, il veicolo del virus e' il timore, esso puo' essere spontaneo od indotto.
Il meccanismo psicologico che porta all'allineamento di piu' magistrati e' semplice e lo si puo descrivere brevemente cosi': quando un PM qualsiasi di una qualsiasi Procura, indagando su di un fatto connesso ad una determinata vicenda, viene a conoscenza del fatto che un altro PM ha precedentemente chiesto ed ottenuto un'archiviazione di un procedimento in qualche modo connesso al suo e lo ha fatto con una motivazione palesemente beasimevole e spesso illogica ed a maggior raggione se nelle indagini figurano nomi di spicco ma il fascicolo, invece, e' iscritto nel registro delle notizie di reato a carico di ignoti, ecco che scatta lo spirito di sopravvivenza del magistrato, o per meglio dire di quel magistratto che non e' soggetto soltanto alla Legge ma ancor prima e' soggetto al "carrierismo" (una vera e propria piaga nella magistratura). Infatti, anche il magistrato piu' ottuso si rende conto che qualcuno prima di lui ha fiutato, a torto od a ragione, il rischio di fare un salto nell'incognito ed ha evitato di originare un'indagine dagli sviluppi imprevedibili e che con tutta probabilita' avrebbe potuto portare a pestare i calli a qualcuno od a molti in grado di mettere a repentaglio la sua carriera od addirittura la sua vita e decide cosi' di fare la medesima cosa fatta dal suo collega predecessore: chiedere o decretare l'archiviazione.

Questo capitolo tratta, carte alla mano, dell'aspetto giudiziario, sul versante italiano, della vicenda che vede la ns. Connazionale, Sig.ra Margherita Caminita, sequestrata in Inghilterra per impedirle di testimoniare sulla sua tentata soppressione e su quella di altre numerose vittime dell'eutanasia involontaria operata in gran Bretagna ed ora eufemisticamente nota come "Liverpool care pathway".  

Dalla fine del 1997 all'inizio del 2001, la battaglia legale per la liberazione di Margherita Caminita e' stata essenzialmente combattuta tutta sul territorio britannico e gia' nel 2000 la questione era approdata su Internet.
La competenza dell'Autorita giudiziaria italiana a perseguire i reati commessi all'Estero ai danni di cittadini italiani e', sfortunatamente, molto limitata, ma l'arroganza e l'inettitudine delle corrotte Autorita' consolari italiane nel Regno Unito, hanno permesso di adire la Magistratura italiana, per i reati che da esse sono stati commessi ai danni della Sig.ra Margherita Caminita per danneggiare in tutti i modi possibili la campagna per la di lei liberazione e favorire e coprire le attivita' criminali poste in essere dalla Gran Bretagna.

Il giorno 11 Gennaio 2001, a seguito di una visita a sorpresa fatta dal figlio Francesco all'INPS di Palermo, lo stesso rinviene una richiesta di trasferimento all'Estero della pensione della madre in favore dell'Amministrazione regionale di Bedfordshire. Richiesta palesemente falsa e scritta in inglese, con annessa lettera dei Servizi Sociali di Bedfordshire ed asseverazione da parte del Vice-consolato di Bedford, completa anche di un passaporto falso intestato alla Sig.ra Caminita. Da successive indagini, e' emerso che la produzione e l'uso di atti falsi attribuiti alla Sig.ra Caminita si sarebbe resa necessaria perche', giustamente, l'INPS non poteva dare seguito a richieste da parte di terzi senza titolo a farle. Dagli atti rinvenuti e' emerso che gia' nel Marzo del 1999 l'allora vice-console Claudia Caggiula avesse scritto all'INPS per ottenere informazioni riservate sulla pensione della Sig.ra Caminita, mentre, in data 21 Settembre 2000, la nuova vice-console Maria Lucia Corneli avesse reiterato la richiesta fatta precedentemente dalla Caggiula.

Il giorno 02 Febbraio 2001 si e' provveduto a sporgere denuncia alla Magistratura per tramite della Polizia di Stato, testo della quale e' ampiamente riportato qui in basso.

Trascrizione del testo della
denuncia del 2 Febbraio 2001
 

L'anno 2001 il giorno 02 del mese di Febbraio alle ore 11:00 negli uffici del Commisariato di P.S.di Termini Imerese, innanzi al sotttoscritto, ufficiale di P.G. Ispettore XXXXXXX XXXXXXX, in servizio presso il suddetto ufficio, é presente Errante Francesco, in oggetto generalizzato, il quale per ogni effetto di legge dichiara:

sono l'unico figlio, nonché legale rappresentante con Procura generale, anche in caso di malattie mentali, della Sig.ra Caminita Margherita, nata a Palermo il 02-01-1926, in atto trattenuta contro la Sua volontá e completamente isolata da tutti nella Casa di riposo per anziani denominata "Rivermead" con sede in Kempston, Bedfordshire, Gran Bretagna.
Premetto che mia madre era stata ricoverata per una storta ad una caviglia ed una irritazione alla pelle, ma successivamente veniva trasferita contro la Sua volontá in una unitá di osservazione per malati mentali.
Mia madre si é trasferita in Gran Bretagna con me e la mia famiglia nel 1991, convivendo con noi fino al suo ricovero nel Marzo 1998. Da allora ho tentato in tutti i modi di far rilasciare mia madre dalla predetta struttura ma con nessun esito a parte quello di aver scatenato una vera e propria battaglia legale, seguita anche dai mezzi d'informazione inglesi (giornali), allego fotocopie dei ritagli del giornale Bedfordshire on Sunday ---
A.D.R. Mia madre viene trattenuta contro la sua volontá all'interno della predetta struttura e mi ha espresso anche telefonicamente, (dispongo della registrazione della telefonata e dei tabulati Telecom) oltrecché per iscritto tramite una lettera da Ella sottoscritta in presenza di un giornalista e che allego in fotocopia, ove inequivocabilmente, esprime la sua volontá di ritornare a casa sua, che a quel tempo era in Gran Bretagna mentre ora siamo tutti a Termini Imerese. A conferma di quanto dico ricordo che nel corso della telefonata avvenuta il 21 Agosto 2000, mia madre mi ha detto che visto che noi siamo tutti a Palermo vuole ritornare a Palermo o comunque, ovunque noi ci fossimo stabiliti.
Della vicenda si stanno interessando i medici dell'Organizzazione a tutela dei pazienti denominata "N.H.S. Exposed", tra cui figura la Dott.ssa Rita Pal, nota in Gran Bretagna per condurre una lotta contro la soppressione dei pazienti anziani o difficili.
Dal momento che devo affrontare le spese per consentire a mia madre di ritornare in Italia e comunque di uscire dalla struttura dove si trova, ho ritenuto di dover attingere a tutti fondi a mia disposizione tra cui la penzione di mia madre che per circa un anno non ho riscosso pur essendo Suo Procuratore generale, ma con mia sorpresa, all'I.N.P.S di Palermo, sede di via Laurana, il Dott. Saverio D'Aleo, Capo della Sezione Pensioni, mi ha mostrato quanto aveva rinvenuto in un fascicolo contenente diversi fogli tra cui ricordo..........OMISSIS.
Tengo a precisare che mia madre non parla inglese se non poche parole, non é in grado di leggere l'inglese in nessun modo, non é in grado di leggere perché affetta da cataratte bilaterale e glaucomatosi avanzata, NON SOFFRE DI ALCUN DISTURBO MENTALE.
Dichiaro altresí che attraverso l'interessamento della Dott.ssa Rita PAL, é stato richiesto l'intervento dell'Ambasciata d'Italia a Londra, nella persona dell' Ambasciatore sig. Luigi Amaduzzi e dell'Attaché Scientifico Dott.Salvatore Aloj.
Dopo piú di quattro mesi di corrispondenza tra la Dott.ssa Pal ed il Dott.Aloj la stessa Ambasciata ometteva d'intervenire.

Chiesto sollecito intervento, indagine e sequestro documenti INPS.

 


 

La denuncia viene poco dopo trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Palermo.

RISULTATO? Una bella ARCHIVIAZIONE !

Il 28 Gennaio 2002, la Sig.ra Caminita viene nuovamente raggiunta telefonicamente ed in teleconferenza con l'allora Segretario del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, On. Franco Narducci e con il Dott. Giuseppe Di Lello Finuoli, ha detto:   "Non so niente circa la richiesta fatta all'INPS, NON ho mai ricevuto una lira."

Il 20 Febbraio 2002, grazie ai nuovi elementi raccolti, é stata presentata una RICHIESTA di RIAPERTURA delle INDAGINI relativa al predetto procedimento archiviato.
NON CI SORPRENDE CHE NON SI SIA ANCORA MOSSO NULLA!

 

ATTENZIONE!   NON si puo', comunque, fare di tutta l'erba un fascio.   NON si puo' e NON si deve delegittimare la Magistratura per colpa di qualche vagonata di casse di mele marce !

L'ANTIMAFIA SI FA COSI'!

 

All' Ill.mo Sig. Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione

Io sottoscritto Francesco Errante di Vincenzo e di Margherita Caminita, nato a Palermo il 18 Agosto 1969, elett.te dom.to in ../...(Palermo),

PREMESSO :

1) che il 05 Marzo del 1999 feci ritorno in Italia dopo oltre un decennio di stabile e tranquilla residenza nel Regno Unito, per chiedere al Ministero degli Affari Esteri (vedasi all.1) di intervenire al fine di liberare mia madre da un'inaudita e quanto mai ingiustificabile condizione di privazione della sua liberta' personale. Mia madre, Sig.ra Margherita Caminita nata a Palermo il g.01.02.1926 ma che sin dal 1990 risiede in Gran Bretagna, verso la fine del 1997 e nuovamente nell' Aprile del 1998, e' scampata, grazie al mio intervento, ad un reiterato tentativo di soppressione per mano del Servizio Sanitario Britannico che in quel periodo stava subendo una sostanziale ristrutturazione con massiccie privatizzazioni dei settori parasanitari. Mia madre era stata destinata per essere soppressa mediante l'uso latente di psicofarmaci volti a ProcurarLe inappetenza e disidratazione, cosi' come e' avvenuto per centinaia di altri anziani pazienti "difficili" o per meglio dire dispendiosi, deceduti nell'ambito di quello che in seguito sara' noto nel Regno Unito come "lo scandalo dell'eutanasia involontaria". E' ormai assodato che vi fu' un disegno politico volto a snellire il carico delle strutture pubbliche di ospitalita' per gli anziani che il Governo britannico aveva da poco aperto al mercato della sanita' privata e che pertanto dovevano rendersi piu' appetibili ai colossi delle compagnie di assicurazione sanitaria private, come la Bupa Health Care, che ad essi mostravano interesse. Mia madre e' tuttora trattenuta in Gran Bretagna contro la sua volonta' e viene privata della sua liberta' personale senza alcun titolo, per impedirLe di fare ritorno in Italia e testimoniare contro i suoi aguzzini e carcerieri e per impedirLe, inoltre, di testimoniare a mio discarico sulle accuse infamanti mosse contro di me nel tentativo di discreditarmi. A mia madre e' impedito di aver contatti con chiunque possa aiutarLa a liberarsi o riferire sulla sua prigionia e/o volonta' di far rientro a Palermo. E' emblematico come non le sia apertamente consentito di ricevere visite e/o telefonate da parte di medici, legali, giornalisti e persino di Membri del Parlamento Europeo (vedasi all. 2) e tutto cio' mentre la stessa goda della piena facolta' di intendere e di volere, come peraltro riconosciuto in sede civile dal Tribunale di Palermo (vedasi all.3);

2) che nel Gennaio dell' anno 2000, nel corso delle mie indagini ho intercettato e documentato il dirottamento all'estero dei pagamenti della pensione I.N.P.S. di mia madre, dandone prontamente notizia alla Procura della Rep.ca presso il Tribunale di Palermo, la quale nel Gennaio 2002 chiedeva di archiviare il procedimento ed a seguito di mia opposizione il G.I.P. riconosceva che fosse stato commesso un reato ma procedeva ugualmente all'archiviazione perche', come si legge dal decreto d'archiviazione, "sono rimasti ignoti gli autori del reato " (vedasi all.4);

3) che a seguito delle indagini sul dirottamento della pensione all'estero sono scaturite altre azioni legali, sia in sede penale che civile, che mi hanno portato all'ottenimento di numerosi documenti comprovanti l'attivita' del Vice-Consolato d'Italia in Bedford, l'Ambasciata d' Italia in Londra, il Vice-Consolato d' Italia in Manchester, il Ministero degli affari esteri e l'Istituto Nazionale Previdenza Sociale volta a favorire le corrotte "Autorita'" britanniche a discapito della Connazionale Sig.ra Caminita e di me medesimo;

4) che sebbene nel corso degli anni io abbia raccolto numerose prove documentali e testimonianze, non per ultime quelle di mia madre stessa, fortunosamente raggiunta due volte al telefono, sulle attivita' svolte in Italia ed all' Estero da varii settori dell' Amm.ne pubblica italiana, tendenti ad ostacolare il rientro della Sig.ra Caminita in Italia e contemporaneamente a danneggiare la mia immagine ed il mio decoro con infamie e falsita' d'ogni genere ed abbia io mosso pesanti e circostanziate accuse a specifici individui, con mio stupore ho dovuto assistere, in compagnia di diversi amici dall'indiscussa competenza in materia di indagini e procedimenti penali, ad una sfilza di archiviazioni di procedimenti contro tutti quelli da me, di volta in volta, individuati e denunziati con tanto di prove documentali alla mano;

5) che nel corso di una delle mie tante opposizioni alle bizzarre richieste di archiviazione, fatte, quasi sempre, dallo stesso Sostituto Proc.re della Rep.ca presso il Tribunale di Palermo, tale ENNIO PETRIGNI, ho rinvenuto una nota interna (vedasi all.5) a firma dello stesso PETRIGNI, indirizzata al di lui collega Sostituto Proc.re della Rep.ca Alessandro Di Taranto, nella quale si legge: "Per le tue osservazioni in ordine all'eventuale riunione del procedimento n. 1891/03 RGI con il proc. n. 13495/02 I, costituente l'unico procedimento pendente. Il sottoscritto ha - in passato - trattato vari fascicoli per denuncie sporte dall' Errante per presunti maltrattamenti subiti all' estero dalla madre. Ho ricevuto una relazione - su mia richiesta - dall'Ambasciatore d'Italia a Londra, che mi ha riferito dell' insussistenza delle lamentele dell' esponente, il quale e' fuggito dall'Inghilterra, dopo essere stato cola' condannato per maltrattamenti in danno della madre. Allego elenco precedenti" (vedasi all.6); Per la cronaca, i due procedimenti non furono mai riuniti ed io il 23.10.2003 risposi alla richiesta di archiviazione del procedimento n.1891/03 con un'opposizione ove facevo presente al Sig. G.I.P., che "il PM asserisce che la notizia criminis è palesemente infondata e non ha compiuto alcuna indagine", ciò perché lo stesso è convinto ch'io sia fuggito dall'Inghilterra dopo essere stato cola' condannato per maltrattamenti in danno di mia madre. Il PM PETRIGNI sostiene che questo gli sarebbe stato scritto dall'Ambasciata d'Italia a Londra, in una relazione da egli stesso sollecitata. Quanto riferito dall'Ambasciata è soltanto una deplorevole e calunniosa infamia facente parte dell'apparato diffamatorio iniziato dal Bedfordshire County Council, ma che ormai fa acqua da tutte le parti. Riservandomi, di intraprendere tutte le necessarie azioni legali contro chicchessia, a tutela del mio decoro, con la presente opposizione chiedo la prosecuzione (l'inizio per meglio dire) delle indagini preliminari nell'ambito del procedimento anzidetto con l'acquisizione di tutte le testimonianze gia' offerte e con quella ulteriore di.... . Chiedo inoltre che vengano perseguiti d'ufficio i colpevoli dei ripetuti raggiri che sono stati posti in essere per indurre in inganno il PM nel corso delle sue indagini." (frode processuale) Sempre per la cronaca, l'opposizione venne dichiarata inammissibile ed il G.I.P. non si preoccupo' di verificare quanto avrebbe riferito l'Ambasciatore, sebbene io l'avessi vivamente contestato;

6) che incuriosito dall'esistenza della relazione dell'Ambasciatore d' Italia a Londra e da quanto riportava il PM PETRIGNI, g. 18.10.2004 depositai presso l'archivio della Procura della Rep.ca una richiesta (vedasi all.7) per estrarne copia, ma la richiesta ritornava all'archivio il g. 19.11.2004 con la scritta: "non si autorizza" a firma del PM PETRIGNI (vedasi all.8);

7) che non potendo accedere alla relazione dell'Ambasciatore perche' il PM PETRIGNI mi nego' l'autorizzazione, feci fede su quanto riportato dallo stesso PM e come anticipato nella predetta opposizione sicuro di non aver mai riportato alcuna condanna in alcun paese estero, g. 13.01.2005 presentai una denunzia contro l'allora Ambasciatore d'Italia a Londra, tale Luigi Amaduzzi, per i presunti raggiri posti in essere per indurre il PM in inganno nel corso delle sue indagini, ove, tra l'altro, chiedevo l'acquisizione in copia della relazione fatta dall'Ambasciatore e diretta al PM PETRIGNI e di essere informato in caso di richiesta di archiviazione (vedasi all.9);

8) che con mio ancor piu' grande stupore la denunzia contro Amaduzzi veniva poco dopo (g. 14.02.2005) archiviata come atto non costituente notizia di reato e non si dava neppure corso all'acquisizione nel fascicolo della copia della relazione dell'Ambasciatore sebbene io l'avessi richiesta (n.428/05 mod. 45) (vedasi all.10);

9) che vista l'archiviazione della mia denunzia a carico dell' Ambasciatore, come atto non costituente notizia di reato e visto il rifiuto da parte del PM PETRIGNI di rilasciarmi una copia della relazione fattagli dallo stesso, iniziai a sospettare che il PM PETRIGNI avesse scritto qualcosa che non corrispondesse al vero. Cosicche', g. 14.10.2005 chiesi al PM PETRIGNI di motivare il suo rifiuto di rilasciarmi copia della relazione dell'Ambasciatore Amaduzzi (vedasi all.11);

10) che alla mia richiesta il PM PETRIGNI, g. 17.10.2005, rispondeva in modo evasivo, inviando al fax dell'Avv. ******* una copia della mia richiesta con su scritto: "Si precisa che la negazione dell' autorizzazione riguarda la natura del procedimento iscritto nel registro atti non costituenti notizia di reato" (vedasi all.12);

11) che sicuro del mio diritto di entrare in possesso della copia della relazione dell'Ambasciatore, g. 20.10.2005 ho depositato una reiterazione della mia richiesta di copia della relazione dell' Ambasciatore, avvisando il PM PETRIGNI che trascorso infruttuoso il terminie di 30 giorni avrei proceduto ai sensi dell' 328 C.P. (vedasi all.13)

12) che giorno 04.11.2005 l'Ill.mo Sig. Proc.re della Rep.ca Agg.to, Dott. Pignatone autorizzava il rilascio della copia della relazione fatta dall' allora Ambasciatore d'Italia a Londra (vedasi all.14) e con mio sconcerto presi atto che, sebbene l'Ambasciatore avesse cercato di gettarmi addosso quanto piu' fango possibile, mentendo, insinuando, affermando cose false e tacendo le verita' a lui scomode, lo stesso non ebbe mai a scrivere quanto invece sostenuto dal PM Petrigni nella sua corrispondenza col PM Di Taranto, anzi, l'Ambasciatore escludeva esplicitamente ch'io fossi stato condannato nella parte in cui dice: " il signor Errante fuggi' dalla Gran Bretagna nel Marzo del 1999, cio' che - secondo il diritto britanico - ha impedito lo svolgimento del regolare processo a suo carico " (Per la cronaca, io aggiungo dei processi e non del processo a mio carico. Infatti, sono 2 le accuse mossemi dalle corrotte Autorita' britanniche per infangarmi: la prima, quella di aver causato delle lesioni dermatologiche a mia madre a causa di un "impropio metodo di lavaggio", STRANAMENTE proprio quando - documenti alla mano - erano i Servizi Sociali a lavarla !!! E la seconda accusa e' che avrei minacciato di morte una interprete del Bedfordshire County Council per difendere proprio mia madre. E' chiaro come le due accuse cozzino tra di loro. Esse, comunque, hanno dato origine a due processi a mio carico, distinti e separati, nei quali, guarda caso, mia madre e' testimone a mia discolpa, ma allo scopo di non permetterLe di testimoniare il Bedfordshire County Council ha fatto del tutto per prospettarla al Tribunale di Luton, come non in grado di poter prendere parte ai miei processi. Il Tribunale Penale di Luton, sulla base di false dichiarazioni dell'accusa - non supportate dal ben che minimo straccio di certificati medici ed in assenza di pareri medici indipendenti - ha stabilito senza prima disporre una perizia da parte di un C.T.U., che la Sig.ra Caminita non potesse essere ammessa come teste per via delle sue condizioni mediche. Fu cosi' ch'io ebbi la certezza che non avrei potuto aspettarmi dei processi giusti ed equi.)

13) che a seguito dell'ottenimento della corrispondeza tra l'allora Ambasciatore Amaduzzi ed il PM PETRIGNI, allo scopo di poter escludere che il PM PETRIGNI avesse potuto riportare, per errore, il contenuto di altra eventuale corrispondenza, in data 06.06.2006 ho inoltrato una nuova istanza (vedasi all.15) chiedendogli il rilascio di copia di eventuale altra relazione, fatta da chicchessia ed in possesso della Procura di Palermo, ove sia da qualche parte presente una asserzione che dica ch'io sia fuggito dall'Inghilterra dopo essere stato cola' condannato per maltrattamenti in danno di mia madre. Ma a tutt'oggi, sebbene sia gia' passato il termine di giorni 30, io non ho ricevuto alcunche'.

Tutto quanto sopra premesso,

E' a me, ormai, chiaro che il PM PETRIGNI, abusando della sua posizione e del suo potere, violando i doveri di chi ricopre una funzione pubblica, abbia:
A) persistentemente tentato, in piu' occasioni, di impedirmi di avere accesso al fascicolo RGNR 925/02 allo scopo di celare il raggiro dallo stesso posto in essere ai danni del suo collega PM Dott. ALESSANDRO DI TARANTO nel corso delle sue indagini (RGNR 13495/02), volto a scoraggiarLo dal compiere ulteriori o piu' approfondite indagini che avrebbero potuto portare a delle macroscopiche incongruenze con le sue conclusioni o per meglio dire con le indagini che egli avrebbe dovuto fare e non ha fatto ed in primo luogo e' da rilevare come il PM PETRIGNI non abbia mai chiesto alla Sig.ra Caminita di riferire sui fatti oggetto delle mie denunzie di cui la stessa e' parte lesa e come se cio' non bastasse non ha dato neanche seguito alle mie richieste di incidente probatorio ove io ho sempre chiesto e mai ottenuto che la Sig.ra Caminita venisse ascoltata. Cio' con grave pregiudizio dei suoi diritti e delle prospettive di un suo riottenimento della liberta' personale;
B) archiviato la mia denunzia contro l'allora Ambasciatore Amaduzzi (vedasi all.9), come atto non costituente notizia di reato al solo scopo di impedire che la denuncia passasse per le mani del Giudice per le indagini preliminari e che si rilevasse o venisse fatto da me rilevare che a diffondere notizie false, altamente lesive del mio decoro e delle mie prospettive di successo giudiziario delle mie denunzie, fosse stato proprio lui;
C) omesso di chiedere la riapertura delle indagini sull'appropriazione indebita degli assegni dell'I.N.P.S diretti alla Sig.ra Caminita, sebbene nuovi ed importanti elementi a riguardo siano emersi dal contenuto del rapporto della Vice-Console Maria Lucia Corneli che l'Ambasciatore Amaduzzi ebbe ad allegare alla sua relazione e dal quale si evince chiaramente chi sia stato ad incassare all' estero gli assegni della pensione della Sig.ra Caminita a sua completa insaputa.

Con riserva di costituzione di parte civile,

Chiedo

1) che si proceda per tutti i reati e/o illeciti disciplinari che dovessero emergere dalla superiore esposizione dei fatti;

2) di essere informato nel caso di richiesta di archiviazione ai sensi dell'art. 408 c.p.p.

Distintamente ossequia

Addi 10 Luglio 2006

Francesco Errante

7 anni di insabbiamenti in Italia
DENUNCIA a CARICO di un Sost.to Proc.re della Rep.ca presso il Tribunale di Palermo

Lettera della Procura Generale presso la Corte di Cassazione

Lettera del Consiglio Superiore della Magistratura

   

Denuncia del 16 Luglio 2001, contro il Direttore Area Pensioni - Sede INPS di Palermo, Dott. Saverio D'Aleo.


Denuncia del 12 Novembre 2001, contro il Direttore Generale Sede INPS di Palermo, Dott. G. Russo, per l'aver questi reso dichiarazioni mendaci all'Autoritá giudiziaria nel corso delle sue indagini.


Istanza di INCIDENTE PROBATORIO del 12 Novembre 2001, con la quale si chiede che sia assunta la testimonianza diretta della Sig.ra Margherita Caminita, parte offesa


Denuncia del 12 Novembre 2001, contro la Vice-Console d'Italia in Bedford, Maria Lucia Corneli. per l'aver questi formato un passaporto falso intestato alla Sig.ra Caminita, allo scopo di favoreggiare i Servizi Sociali di Bedfordshire.


Esposto dell'11 Febbraio 2002, contro l'operato del Console d'Italia in Manchester, Marcello Cavalcaselle.

 


Denuncia del 09 Aprile 2002, contro l'Ambasciatore d'Italia a Londra, Luigi Amaduzzi per l'aver inteso diffamare col mezzo epistolare, Francesco Errante ed i suoi collaboratori.


Denuncia del 09 Aprile 2002, contro :

1) i coniugi Gaetano ed Antonietta Tramunto, (Park View Lodge, Bedford) per sequestro di persona e riduzione in schiavitu' ai danni della Sig.ra Caminita Margherita.
2) Bedfordshire Social & Community Care (Servizi Sociali di Bedfordshire) per sequestro di persona e riduzione in schiavitu' ai danni della Sig.ra Caminita.
3) Bedfordshire Police per concorso esterno in sequestro di persona, riduzione in schiavitu' ,favoreggiamento e falso.
4) Lorenzo Losi, membro per la Gran Bretagna del Consiglio Generale Italiani all'Estero (COMITES), per concorso esterno in sequestro di persona, riduzione in schiavitu' e favoreggiamento.
5) Maria Lucia Corneli, Vice-Console d'Italia in Bedford, per concorso esterno in sequestro di persona, riduzione in schiavitu', favoreggiamento, omissione d'atti d'ufficio e falso.

 


2006, 2008, 2013, varie denuncie per la sparizione della Sig.ra Margherita Caminita dall'Anagrafe della popolazione residente all'Estero (A.I.R.E.) e sua conseguente e ripetuta perdita del diritto di voto.

 

15/12/2012 - "Palermo, veleni dopo la cattura di un boss."
Bruciate le indagini su Messina Denaro

PALERMO - È un vero e proprio atto d' accusa quello scritto dal procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, il magistrato che coordina le ricerche dell' ultimo superlatitante di Cosa nostra: «È stata stoppata un' indagine su Matteo Messina Denaro che proseguiva da circa due anni». Ed è un atto d' accusa contro il vertice della sua Procura, che ieri mattina ha dato il via libera a una maxi-operazione della polizia in provincia di Agrigento: fra i 49 arrestati c' è un vecchio capomafia, Leo Sutera detto "il professore", che i carabinieri del Ros seguivano da tempo dopo la sua scarcerazione, convinti che avrebbe portato presto a Messina Denaro. Da settimane, Teresa Principato e i pm del suo pool, Marzia Sabella e Paolo Guido, chiedevano il rinvio del blitz della polizia al procuratore Francesco Messineo e al suo aggiunto che coordina le indagini su Agrigento, Vittorio Teresi. Un' ultima frenetica riunione è stata convocata lunedì mattina. «Una riunione mortificante», scrive adesso la Principato, che parla apertamente di «amarezza per quanto accaduto» in un documento inviato ieri pomeriggio via email a tutti i 30 pm della direzione distrettuale antimafia: «Si doveva decidere se stoppare un' indagine su Messina Denaro che proseguiva da circa due anni o procedere a un fermo per mafia ed estorsione ad Agrigento». Per i pm del pool Messina Denaro, Leo Sutera rappresentava uno snodo fondamentale della catena di comunicazione del superlatitante, ma anche un personaggio chiave per comprendere la riorganizzazione di Cosa nostra palermitana. Per i pm del pool Agrigento, Leo Sutera andava invece arrestato al più presto, perché al centro di una serie di intimidazioni ed estorsioni che negli ultimi mesi hanno piegato decine di commercianti dell' Agrigentino. Nel corso delle ultime riunioni, i magistrati del pool Agrigento hanno ribadito soprattutto che nelle loro indagini non è mai emersa traccia del superlatitante. L' ha ripetuto ieri mattina il procuratore aggiunto Teresi durante la conferenza stampa per il blitz della polizia: «L' operazione di oggi non nasce da indagini sulla ricerca di Messina Denaro». Ma i pm del pool Messina Denaro continuanoa pensarla diversamente e in più di una riunione hanno obiettato che Leo Sutera era seguito e intercettato esclusivamente da loro, attraverso gli investigatori del Ros: le intercettazioni della polizia erano soltanto sugli uomini del "professore", che ogni tanto andavano da lui per prendere ordini e riorganizzare la provincia mafiosa di Agrigento. L' ultima parola l' ha detta il procuratore capo Francesco Messineo, che ha esaminato con cura i due filoni d' indagine attorno a Sutera, quello dei carabinieri e quello della polizia. Il responso è arrivato pochi giorni fa: via libera, con tanto di visto del procuratore, al blitz della polizia e all' arresto di Sutera, perché «non ci sono prospettive certe di arresto di Messina Denaro», è la stessa Principato a ricordare il verdetto di Messineo nella sua lettera ai colleghi. Sembra non esserci pace alla Procura di Palermo. Nei giorni scorsi, le divisioni erano scoppiate sull' indagine riguardante la trattativa. E a fatica, lunedì, si era arrivati a un documento unitario che ribadiva la solidarietà ai pm impegnati nell' inchiesta sui misteri del ' 92-' 93. Ma la pace è durata neanche 24 ore. E adesso le polemiche sono su una questione di grande attualità, la cattura del latitante trapanese che sta riorganizzando Cosa nostra, è il capomafia che conosce i segreti delle stragi: sembra imprendibile dal 1994, nonostante gli sforzi di polizia, carabinieri e persino dei servizi segreti. Negli ultimi quattro anni,i magistrati del pool diretto dalla Principato hanno fatto terra bruciata attorno alla galassia Messina Denaro, individuando anche i lucrosi affari del superlatitante, gestiti da insospettabili prestanome. Ma il padrino resta in libertà

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/27/palermo-veleni-dopo-la-cattura-di-un.html

francesco messineo, Procuratore capo, Procura della Repubblica, tribunale di Palermo

15/12/2012 - "Fuga di notizie dalla Procura"
Palermo, indagato Francesco Messineo, (Procuratore Capo)

Il capo dei pm sotto inchiesta nell'ambito di un'indagine per usura a carico di Banca Nuova

Per cinque ore, interrotte solo da una breve pausa per un caffè, Francesco Messineo, capo della Procura di Palermo, si è dovuto difendere, ieri, davanti ai colleghi di Caltanissetta dal sospetto di avere rivelato notizie riservate su un'indagine in corso. Per la presunta fuga di notizie il Procuratore è stato iscritto nel registro degli indagati dai colleghi nisseni, competenti sulle inchieste a carico dei magistrati del distretto giudiziario di Palermo.
Sul contenuto del lungo interrogatorio c'è il massimo riserbo. Nessun commento dalla Procura di Caltanissetta, né dal legale che ha accompagnato Messineo, l'avvocato Francesco Messineo.
La trasferta nissena di ieri non chiude una partita che si gioca su più fronti: quello giudiziario, ancora tutto aperto, e quello interno all'ufficio inquirente del capoluogo che rischia di Procurare a Messineo, almeno nel breve periodo, i fastidi maggiori. Per lunedì, infatti, è stata convocata l'assemblea generale della Procura. Inizialmente senza ordine del giorno, dopo le pressioni di un gruppo di sostituti, con la discussione dell'imbarazzante caso della fuga di notizie tra gli argomenti in discussione.
La vicenda risale a giugno scorso quando l'allora direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, telefona a Messineo chiedendogli spiegazioni su un avviso di identificazione su un'indagine in corso che gli è stato appena notificato. L'inchiesta riguardava un'ipotesi di usura bancaria. Il telefono del manager è sotto controllo, ma nell'ambito di un'altra indagine, questa volta per riciclaggio aggravato, coordinata dall'allora aggiunto Antonio Ingroia. E la conversazione tra i due viene intercettata. Dopo la telefonata Messineo e Maiolini si incontrano. Successivamente l'ex manager, sempre ignorando di essere intercettato, telefona al legale della sede centrale dell'istituto di credito mostrando di essere a conoscenza di particolari precisi sull'inchiesta di usura: dal tipo di fascicolo aperto - un procedimento a carico di ignoti, il cosiddetto modello 44 -, al periodo specifico al quale gli accertamenti si riferiscono, gli anni 2009-2010. Chi ha svelato a Maiolini notizie riservate tanto precise? Su questo indagano i PP.MM. di Caltanissetta ai quali a settembre, tre mesi dopo la telefonata, Ingroia ha mandato le carte. La Procura nissena ha sentito nelle scorse settimane i sostituti palermitani che coordinano l'indagine sull'usura: a uno di loro in particolare Messineo aveva chiesto lumi prima di parlare con Maiolini.
Al di là dei contorni giudiziari, la vicenda ha creato molti imbarazzi in Procura, un ufficio da tempo spaccato sulla gestione di indagini importanti come quella sulla trattativa tra lo Stato e la mafia. Lunedì per Messineo, che da mesi ha fatto domanda per la guida della Procura generale, sarà il giorno più lungo: non sarà solo l'assemblea dei suoi sostituti ad occuparsi di lui, ma anche la prima commissione del CSM, quella competente per i trasferimenti per incompatibilità ambientale, che sarebbe pronta ad aprire una pratica sul caso.

http://www.lastampa.it/2012/12/15/italia/cronache/il-Procuratore-di-palermo-indagato-per-una-presunta-fuga-di-notizie-Gg5ns4Yzdmoy7iV7saN5SM/pagina.html

28/12/2012 - "Fuga di notizie, Lari si astiene"

Il caso Messineo passa a Catania

Il Procuratore di Caltanissetta è amico personale di Francesco Maiolini, indagato per riciclaggio. "Del caso si è occupato in esclusiva il Procuratore aggiunto Domenico Gozzo, unitamente a due sostituti". La palla passa al Procuratore di Catania, Giovanni Salvi

Il Procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, ha deciso di astenersi sul caso della fuga di notizie dalla Procura di Palermo, in cui è coinvolto il capo dell'ufficio, Francesco Messineo. "Per fare chiarezza sul mio ruolo nella vicenda sulla presunta fuga di notizie riservate che avrebbero favorito l'ex direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, voglio precisare - spiega Lari- che del caso si è occupato in esclusiva il Procuratore aggiunto Domenico Gozzo, unitamente a due sostituti".

Lari è amico personale di Maiolini, indagato per un caso di presunto riciclaggio che sarebbe avvenuto quando era direttore generale di Banca Nuova. Di alcuni dettagli dell'inchiesta Maiolini sarebbe venuto a conoscenza attraverso una telefonata con il Procuratore Messineo, ragione per la quale quest'ultimo è adesso indagato per fuga di notizie.
"Da parte mia - aggiunge Lari - ho presentato istanza di astensione che è stata accolta dal Procuratore generale di Caltanissetta. Gli atti relativi - aggiunge Lari - sono stati trasmessi per relativa competenza, pertanto l'esecuzione di tutti gli adempimenti propri al direttore dell'ufficio, direttamente o indirettamente connessi alla trattazione del procedimento in questione, saranno espletati dal Procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/12/28/news/fuga_di_notizie_..../

26/01/2013 - Procuratore Messineo indagato, CSM apre procedimento per trasferimento

La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura che si occupa dei trasferimenti per incompatibilità ambientale i giudici e pm, ha aperto un fascicolo sul Procuratore di Palermo che è indagato, a Caltanissetta, per violazione di segreto istruttorio ed è stato interrogato il mese scorso.

La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura che si occupa dei trasferimenti per incompatibilità ambientale i giudici e Pm, ha aperto un fascicolo sul Procuratore di Palermo Francesco Messineo che è indagato, a Caltanissetta, per violazione di segreto istruttorio.

Il capo dei PP.MM. palermitani è finito nel registro degli indagati per un'intercettazione indiretta.
L'alto magistrato sarebbe stato captato mentre parlava al telefono con un dirigente di un importante istituto di credito, che avrebbe chiesto informazioni in merito ad un'indagine in corso. L'inchiesta riguardava proprio la banca nella quale presta servizio l'interlocutore indagato di Messineo. Ed è per questo che la conversazione è stata registrata dalla DIA, che dopo aver ascoltato hanno inviato tutti gli atti alla Procura di Caltanissetta, quella competente per le indagini sui magistrati palermitani. La conversazione tra Messineo e il manager, l'ex direttore generale di Banca Nuova Francesco Maiolini, risale al 12 giugno scorso. Maiolini, sotto controllo per un'altra indagine di riciclaggio aggravato condotta dalla DDA chiede a Messineo spiegazioni su un avviso di identificazione ricevuto e relativo a una indagine per usura. Messineo è stato interrogato per cinque ore lo scorso dicembre e sul contenuto del lungo interrogatorio c'è stato il massimo riserbo. Nessun commento dalla Procura di Caltanissetta, né dal legale che ha accompagnato Messineo. Oggi l'iniziativa del CSM.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/26/Procuratore-messineo-indagato-csm-apre-procedimento-per-trasferimento/480776/

 

12 Giugno 2013 - Messineo rischia il trasferimento.
Il C.S.M.: "Fece sfumare la cattura del boss Matteo Messina Denaro" .
La prima commissione si muove contro il Procuratore capo di Palermo: "Era troppo influenzato da Ingroia"

Un Procuratore debole, sottoposto a condizionamenti, come quello che sarebbe stato esercitato su di lui da Antonio Ingroia, a lungo suo «vice»; e che avrebbe di fatto rinunciato a dirigere l'ufficio, con effetti pesanti, visto che la cattura del boss Matteo Messina Denaro sarebbe sfumata proprio per «difetto di coordinamento». Ma non solo: un capo che avrebbe mandato in crisi il rapporto di fiducia dei suoi collaboratori anche per comportamenti tenuti nei procedimenti che riguardavano i suoi familiari e l'inchiesta su Banca Nuova, che coinvolse il suo amico e direttore dell'istituto di credito Francesco Maiolini. È un ritratto impietoso, ma da verificare, quello del capo della Procura di Palermo Francesco Messineo che tratteggia il CSM. La Prima Commissione ha ascoltato nei mesi scorsi i suoi aggiunti e sostituti: e oggi, sulla base di quanto loro riferito, ha deciso di aprire a carico di Messineo la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale. Il che vuole dire che il Procuratore, che è stato convocato per il 2 luglio prossimo per difendersi, rischia di dover lasciare Palermo. La scelta di aprire la procedura per il trasferimento d'ufficio è stata presa con il voto favorevole di tutta la Commissione e l'astensione del laico del Pdl Nicolo' Zanon, nella convinzione che, per le situazioni e i rapporti che si sono determinati con i suoi pm, Messineo «non può continuare a esercitare con piena indipendenza e imparzialità» le sue funzioni. 

Gli «accusatori» di Messineo sono soprattutto, ma non solo, due suoi aggiunti, Teresa Principato e Leonardo Agueci. Sono stati loro a riferire che alla Procura di Palermo era sorto il «sospetto» che il capo Francesco Messineo «avesse perso piena libertà e indipendenza» nei confronti del Procuratore aggiunto Antonio Ingroia o che ci fosse comunque con lui un «rapporto privilegiato» («peraltro successivamente ammesso» dal diretto interessato). Un quadro in cui, secondo il CSM, si inserisce la circostanza che Ingroia - il quale, peraltro, era titolare di uno dei processi a carico del cognato del Procuratore, Sergio Sacco - tenne in un cassetto per cinque mesi intercettazioni che riguardavano Messineo, informando la competente Procura di Caltanissetta soltanto qualche giorno prima di lasciare il suo incarico di aggiunto per andare in Guatemala. Si tratta delle intercettazioni per le quali in seguito il Procuratore è stato indagato per rivelazione di segreto d'ufficio, con l'accusa -caduta oggi con l'archiviazione del procedimento- di aver passato informazioni a Maiolini su un'indagine che lo riguardava. 

Sulle modalità di conduzione della Procura il CSM va giù pesante: Messineo non ha favorito la circolazione interna di informazioni sulle indagini; e, «conseguenza di questo difetto di coordinamento, sarebbe stata la mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro». Niente scambio di notizie nemmeno sulle modalità di gestione del pentito Ciancimino e in generale sull'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia: quando alcuni pm si lamentarono con il Procuratore, lui rispose che «era sua intenzione» tenere riunioni sulle indagini, «ma che erano altri colleghi (riferendosi implicitamente a Ingroia, Di Matteo e a Sava) a essere dissenzienti». «Non meno grave» è il «mancato adempimento dei suoi doveri di vigilanza in relazione ai rapporti con la stampa di alcuni magistrati del suo ufficio», scrive ancora il CSM, imputando a Messineo la rinuncia a esercitare poteri di coordinamento e direzione dell'Ufficio, «dando deleghe in bianco o isolandosi in un silenzio totale». 

Altro punto dolente è non aver seguito «criteri coerenti» nell'utilizzo dello strumento dell'astensione, nei procedimenti che hanno riguardato i suoi congiunti (cognato e fratello) e Banca Nuova. Un comportamento che ha determinato «perplessità» tra i suoi collaboratori. 

E non è tutto: Palazzo dei Marescialli imputa a Messineo relazioni «inopportune» con soggetti titolari del potere economico e politico locale. Il riferimento esplicito è a Maiolini. Nelle carte si racconta che il Procuratore invitò il suo sostituto Verzera che indagava per usura bancaria a «soprassedere, in attesa di ulteriori acquisizioni» all'iscrizione del direttore di banca, a lui legato da «rapporti di amicizia». Rapporti continuati anche durante l'indagine della Procura di Palermo e tanto consolidati che Messineo in passato aveva chiesto e ottenuto da Maiolini «un posto di lavoro per suo figlio» Alessandro. 

Alla Procura di Palermo c'era il «sospetto» che il capo Francesco Messineo «avesse perso piena indipendenza» nei confronti di Antonio Ingroia o che ci fosse comunque con lui un «rapporto privilegiato» («peraltro successivamente ammesso» dal diretto interessato) che avrebbe determinato un suo «condizionamento» , è quanto si legge anche nell'incolpazione, che in questo quadro inserisce anche il fatto che Ingroia tenne per 5 mesi le intercettazioni che riguardavano Messineo, prima di trasmetterle a Caltanissetta.

Il procuratore guida attualmente l'accusa nel processo sulla presunta trattativa tra Stato e Mafia, che vede imputati tra gli altri l'ex senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, ex alti ufficiali dei carabinieri e, solo per il reato di falsa testimonianza, l'ex ministro dell'Interno e vicepresidente del Csm Nicola Mancino.

 

 

Caso Abu Omar.

La strana grazia di Napolitano

Il disprezzo per il Diritto, la Costituzione e le leggi sembrava una prerogativa di Berlusconi & Company. Ma non e' vero. Il governo Monti e il Presidente della Repubblica hanno adottato provvedimenti impensabili: il decreto Ilva, la vicenda dei maro', il conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo, la grazia a Sallusti e alla fine la grazia all'ufficiale USA Joseph Romano hanno dimostrato che anche questi statisti sui generis hanno una concezione proprietaria della Stato: quando credono che una presunta ragion di Stato richiede, la violenza al Diritto non e' di ostacolo.
Corte Costituzionale, sentenza 200/2006: la grazia risponde a finalita umanitarie, atto di clemenza individuale che incide sull'esecuzione di una pena validamente inflitta da un giudice con le garanzie formali e sostanziali del processo penale. La sua funzione eattuare i valori costituzionale, consacrati all'art. 27 della Costituzione, cui devono ispirarsi tutte le pene: senso di umanita' e rieducazione.
Poi e' arrivato Abu Omar, a cui l'Italia aveva concesso asilo politico, sequestrato dalla CIA con la complicita' dei servizi segreti italiani. Gli autori di questo "crimine contro l'umanita'" - cosi definito da Parlamento Europeo, Consiglio d'Europa, Cedu, Nazioni Unite, Amnesty International, Human Rights Watch - , sono condannati dopo i consueti 3 gradi di giudizio. E Napolitano concede la grazia a Joseph Romano, uno degli americani sequestratori, l'unico militare, gli altri 22 essendo civili (agenti CIA). Il fatto e' che motivare la grazia scrivendo: Obama me lo ha chiesto, gli USA sono gli USA e noi non siamo niente, e' dura. A parte tutto, contrasta con la sentenza 200/2006. E dunque, i consiglieri giuridici del Presidente si arrampicano sugli specchi e partoriscono motivazioni per giustificare l'iniziativa. Fallendo miseramente ma, dal loro punto di vista, non tanto: chi se li va a studiare codici, pandette e giurisprudenza? Qualche frase ad effetto e la facciamo franca. E da vedersi: "Il Capo dello Stato ha tenuto conto della mutate situazione normativa introdotta dal DPR 11 marzo 2013, n. 27" (20 giorni prima della grazia) sicche', la rinuncia da parte del Ministro della Giustizia alIa giurisdizione italiana sui reati commessi da militari NATO e' oggi consentita in ogni stato e grado del giudizio (comunicato stampa della Presidenza della Repubblica). Bisogna sapere che il Ministro della Giustizia poteva in effetti, se la legge lo avesse consentito, rinunciare a processare Romano (militare USA; capito perche solo lui e' stato graziato? Per quanti garbugli si fossero inventati i civili CIA restavano fuori). Ma la richiesta doveva pervenire prima che fosse notificato il decreto di citazione per il dibattimento di primo grado; cosi' diceva la legge vigente all'epoca del processo. Gli USA la presentarono fuori tempo massimo. E inutilmente Alfano, Ministro della giustizia all'epoca dei fatti, scrisse al Tribunale e alIa Corte d'Appello auspicando che la richiesta americana fosse accolta; i giudici gli risposero che legge non lo consentiva. Sicche' appoggiarsi a una legge del 2013 (ma Ie leggi ad personam non erano una vergogna?) per giustificare un provvedimento che riguarda processi celebrati tra il 2007 e il 2012 e privo di senso. In ogni modo la rinuncia alIa giurisdizione non avrebbe potuto comunque essere effettuata. Secondo la Convenzione NATO (L. 1955/1335) le autorita italiane hanno giurisdizione esclusiva per i reati punibili dalle leggi della Stato italiano ma non da quelle Usa. Che il rapimento di Abu Omar non fosse considerato reato in Usa fu ammesso esplicitamente nel 2005 dal Segretario di Stato Condoleeza Rice nel corso di un suo viaggio in Europa; sicche Romano non sarebbe mai stato giudicato negli Usa. Che e' il motivo per il quale la Cassazione rigetta l'istanza di rinuncia alla giurisdizione italiana. E comunque Ie autorita USA avrebbero avuto giurisdizione solo per i reati che minacciavano unicamente la sicurezza USA o la persona di un militare o un civile americano; ovvero per i reati risultanti da qualsiasi atto di negligenza compiuti nell'esecuzione del servizio. Nel caso di ogni altro reato, la giurisdizione sarebbe spettata a titolo prioritario all'Italia. Ed e evidente che il rapimento di Abu Omar non metteva in pericolo la sicurezza degli Usa, semmai mirava a garantirla. E che non puo considerarsi "servizio" riconosciuto dalla Convenzione NATO, la consumazione di un crimine contro l'umanita. Per convincersene basta ricordare il caso del Cermis, quando un aereo USA, nel corso di un pattugliamento ("servizio") trancia il cavo di una teleferica con conseguente morte di molte persone: in quel caso i militari non furono processati in Italia per omicidio colposo ma in USA. Qualificare il sequestro di persona come "servizio" equivarrebbe a riconoscere tale qualifica a una rapinacommessa dal militare straniero per Procurarsi soldi necessari per proseguire un'indagine: assurdo. Napolitano scrive anche che "la decisione e' ispirata allo stesso principio che l'Italia, suI piano della giurisdizione, cerca di far valere per i due maro' in India". Quale sia il nesso con persone che non agivano in qualita di militari NATO, organizzazione a cui l'India non aderisce, e' incomprensibile.

Presidente, ancora una volta: non sta bene fare queste cose.

Caso Abu Omar - La strana grazia di Napolitano

All rights reserved. Copyright © 2000 - Campagna per la liberazione di Margherita Caminita

CRIMINI IGNORATI SONO CRIMINI PROMOSSI ED AVALLATI!